RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - Diaz, Quella sentenza blasfema che violenta ancora la città

Genova, 19 novembre 2008

Diaz, Quella sentenza blasfema che violenta ancora la città
DON PAOLO FARINELLA

Oggi avrei voluto parlare della riunione dell´Assessore ai servizi sociali Roberta Papi con le Associazioni di volontariato e altri volontari per la programmazione del soccorso ai senza fissa dimora per il prossimo inverno.
Sono convinto che i barboni siano un oltraggio per una città come Genova che si vanta di essere città civile e di Diritto. Invece!... all´improvviso ecco l´attesa sentenza sui fatti del G8 del 2001. Non mi fermo a ripetere ciò che altri hanno detto e descritto meglio di quanto possa fare io; voglio solo partecipare i lettori del sentimento profondo che ho provato nell´ascoltare la sentenza proclamata «in nome del popolo italiano». Essa mi tocca l´anima perché come privato cittadino fui spettatore inerme dei fatti di allora e testimone del «golpe» tentato dalla polizia di Stato (espressione onnicomprensiva di tutte le sigle delle forze del «dis-ordine), su mandato del governo della corte berlusconiana, impunito ieri e spavaldo oggi. Sette anni sono trascorsi e abbiamo lo stesso governo che allora difese a spada tratta le malefatte, i misfatti e i reati di polizia e carabinieri assumendosene la responsabilità politica, cioè negando ogni addebito anche di fronte all´evidenza e scaricando ogni colpa sui manifestanti senza alcuna distinzione tra infiltrati protetti e manifestanti pacifici. Sì, io c´ero e ho visto. Se dovessi scolpire un´immagine, inviterei i Genovesi e i «Foresti» che ancora coltivano l´utopia della Democrazia e del Diritto, di fare ogni anno, il 13 novembre, un pellegrinaggio a Piazza Acquaverde, davanti alla stazione ferroviaria di Principe. Al centro della piazza c´è un monumento dedicato a Cristoforo Colombo. Le quattro figure vestite ai piedi della statua sono la Nautica, la Religione, la Prudenza e la Forza.
Colombo nella mano sinistra tiene un´àncora su cui poggia il piede sinistro, simbolo della stabilità di Genova anche quando naviga sull´instabilità del mare. Con la mano destra a palmo aperto punta una donna quasi del tutto denudata, simbolo della gloria di Colombo che fu solo contro tutti. Oggi invece indica la Superba umiliata esposta alla pubblica gogna e al disprezzo dei passanti. Storicamente sembra che si tratti di una storia di corna nel casato di Marcello Durazzo, ma simbolicamente la donna svergognata, oltre che la fedifraga di casa potrebbe indicare la Patria quando viene meno ai suoi doveri di verità e giustizia. Il complesso artistico ben rappresenta la sentenza emanata nel giorno della vergogna, il 13 novembre 2008 che resterà nella memoria dei Giusti il giorno osceno in cui la Superba Genova è stata stuprata, oltraggiata ed esposta al pubblico ludibrio internazionale. I giudici parlano per sentenze e hanno parlato. Noi ora commentiamo la loro parola con sentimenti di fuoco e la respingiamo al mittente: sulla Forza della Legge e del Diritto ha prevalso la Prudenza di giudici timidi che hanno voluto rappresentare lo statu quo dell´Italia di oggi. Hanno colpito i manovali fascisti e razzisti di uno squadrone senza legge e senza onore, assunto dallo Stato che li ha armati per una guerra dichiarata a una città e a un popolo che doveva difendere dagli infiltrati, mentre sono stati aggrediti e violati dai tutori macellai della Legge. Assolvendo i mandanti di squadristi fascisti hanno detto che a Genova non è successo nulla: solo una scampagnata degenerata in gazzarra, dove alcuni facinorosi «calienti» hanno un poco ecceduto. Non hanno tenuto conto della presenza, quella notte, di politici al più alto livello che hanno avallato le scelte dei subalterni, ma ovviamente non hanno visto nulla. Assolvendo i vertici, i giudici hanno scelto di stare dalla parte del governo antidemocratico per mettersi al sicuro da garantite rappresaglie, ma hanno cessato di esercitare il magistero della Legge «in nome del Popolo Italiano». Il governo berlusconista e i suoi compagnucci di merenda ringraziano sentitamente i giudici e i poliziotti picchiatori che durante lo stupro collettivo cantavano inni fascisti. La sentenza blasfema è la prova che il Diritto e la Legalità sono emigrati dal nostro paese. Mi appello al sindaco di Genova perché faccia votare una mozione per dichiarare il 13 novembre di ogni anno «Giorno del duplice stupro di Genova, la Superba», città simbolo di un´Italia che ripudiamo insieme al suo governo, alla polizia, al suo capo e a questa sentenza. Non ci restano che le parole del Poeta per definire l´Itala e Genova, la Superba denudata: «Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello! (D. Alighieri, Purgatorio VI, 76-78).